È NATO PRIMA L’UOVO O LA GALLINA?

Domanda da 1 milioni di dollari, vero?!

A tutti è capitato di pensarci almeno una volta nella vita. Qual è la risposta corretta?

Ci sono nazioni che sono entrate in guerra perché una diceva l’uovo e l’altra la gallina.

E il gallo? Che vi ha fatto di male il gallo? Perché non ne parla mai nessuno?

Questa si chiama discriminazione di genere. Giusto perché lo sappiate.

Ma torniamo alla domanda: è nato prima l’uovo o la gallina?

È una domanda difficile. Qual è la risposta giusta?

La verità?! Non è interessante quale sia la risposta giusta. Cazzo ti cambia se è nato prima l’uovo o la gallina. Mommoodici!

Questa domanda nasconde qualcosa di molto più prezioso della risposta.

Questa domanda ti fa mettere in dubbio causa ed effetto.

Ricordi? Le memorie che hai accumulato definiscono chi puoi essere e cosa puoi fare oggi. Le tue memorie sono al momento le regole che usi ma non sono le regole del gioco.

E nelle tue memorie ci sono tutte le cause e tutti gli effetti che hai imparato o, per meglio dire, che ti sono stati insegnati. Perché se è vero che hai imparato, è anche vero che quasi tutto quello che hai imparato lo hai imparato meccanicamente.

E allora? Immagina solo per un momento se tutto ciò che pensi essere causa, in realtà è effetto e viceversa. Provaci, anche solo per un istante, e probabilmente sentirai immediatamente che la tua vita potrebbe essere ribaltata.

Esempio: quando ti senti giù, cosa fai? Mangi, magari uno snack. E dici: lo so che non dovrei mangiarlo ma ora non sto bene e questo mi tira su, mi fa stare meglio.

Ragioni così, tutti ragionano così. E se fosse il contrario?

Se fosse lo snack che ti fa stare male? Ma tu credi ti fa stare bene e quindi quando stai male lo mangi. Ma in realtà è proprio lo snack che ti fa stare male. E diventa un ciclo infinito. Non perché è impossibile fermarlo ma solo perché a te sembra che è tutto a posto e quindi che non c’è niente da fare. E inizi a cercare mezzogiorno alle tre. Guardi ovunque tranne dove si nasconde la vera causa. Pensi che il malessere arriva chissà da quale trauma infantile e invece è solo una cazzo di merendina. Oppure stai troppo al chiuso e non prendi mai il sole!

Sai, questo è quello che succede esattamente quando pensi che per poter dedicare del tempo a te stesso e alla tua cura prima devi sistemare delle cose: devi guadagnare di più, devi trovare un compagno o una compagna per cui valga la pena vivere, il mondo è un posto brutto e bisogna prima creare un nuovo ordine mondiale e via, chi più ne ha più ne metta. E succede anche quando pensi che per gli strumenti per creare la ricchezza li devono conoscere i ricchi e che tu non c’entri nulla, che solo quando sarai ricco avrà senso iniziare a ragionare in modo nuovo.

E così cerchi di mettere tutto a posto e, le volte che ci riesci, alla fine tu ti ritrovi sempre fuori posto.

E se ribalti tutto? Se inverti causa ed effetto? Se non è il fuori che mette ordine dentro ma se è il dentro che mette ordine fuori?

Se devi prenderti cura di te prima di poter ottenere i risultati che vuoi?

Quando sei in una situazione difficile, è meglio se l’affronti rimanendo calmo o diventando agitato?

Chiaro che è meglio calmo ma quando stai in una situazione difficile come fai a rimanere rilassato?

Non lo so, dimmelo tu? Io so solo che stiamo usando il verbo “rimanere” che esprime un’azione attiva.

Tu cosa mi vuoi dire? Che quando la situazione è rilassata tu sai rimanere rilassato ma che quando si agita è normale che ti agiti? Beh, ci vuole grande capacità di azione nel rimanere rilassati in una situazione rilassata. Complimenti!

E se non fosse la situazione esterna la causa della tua agitazione interna? Se fosse il contrario: l’agitazione interna la causa e la situazione difficile l’effetto?

Ti starai chiedendo: ma se fosse vero, come posso da oggi in poi sapere cosa è causa e cosa è effetto? Cosa è reale e cosa no? Se mi è stato detto fino a oggi che il mondo funziona in un modo e invece funziona esattamente in modo opposto, come posso ora riorganizzare tutto? È peggio di prima adesso!

Ma allora devi proprio rompere! Guarda che ci metti 5 minuti a dimenticare tutto, lo sai. Quindi se vuoi lavorare: lavora! Altrimenti accendi la tv e in 5 minuti è tutto a posto!

IMPARARE A IMPARARE

Se vuoi lavorare, la prima cosa di cui devi essere consapevole è che tu hai la capacità di imparare. Quante cose hai imparato nella tua vita? Un botto!

Quante cose hai imparato fino a oggi? Ci hai mai pensato? Le volte che dici che non sei capace, che non puoi proprio imparare a fare questa cosa, pensaci. Quante cose hai imparato nella tua vita?

Cose difficilissime! Hai imparato a camminare. Hai imparato a parlare (lo so, a volte era meglio non imparare così almeno stavi zitto!). Hai imparato a scrivere. Hai imparato la matema… vabbè mo non esageriamo dai! Comunque, hai imparato una quantità enorme di cose. Non credi? Se ti chiedessi di fare un elenco minuzioso di quello che hai imparato, sicuramente mi sfacioleresti le palle. Non credi?!

Quindi, per evitare sofferenze inutili, tranquillo, non te lo chiedo l’elenco.

(Anche perché, sotto sotto, ma pure sopra sopra in fin dei conti, non me ne frega una ceppa. È importante. È importante che ti ricordi che a me non me ne frega una ceppa. Tua la vita, Tuo l’interesse. Va bene, un poco è anche mio perché fai parte della mia vita. Ma un poco solamente eh! Il grosso è tutto tuo!).

Quindi prendiamo per buono che hai imparato un fottio di cose nella vita. Alcune utili, altre meno. Ma comunque non c’è dubbio che sei capace di imparare.

Ascoltami attentamente, perché quello che sto per dirti è fondamentale per te. E soprattutto sai a chi altro interessa veramente tanto quello che sto per dirti?

A sto cazzo! No, così! Giusto per essere chiaro. Interessa solo a te, perché sto parlando di te. Quindi perché vuoi che ci sia qualcun altro interessato? Perché vuoi che ci sia qualcuno che ti dice che sei bravo?

È LA TUA VITA, SEI TU CHE DEVI ESSERNE RESPONSABILE

Sei capace di imparare. È così, quindi devi solo rimboccarti le maniche e ricominciare a imparare tutto da capo. E non è come tornare indietro. Perché, a differenza della prima volta che hai imparato meccanicamente e hai costruito meccanicamente le tue memorie, questa volta rifarai tutto consapevolmente e quindi costruirai la tua coscienza. Anche se ti sembra strano, questa è l’unica strada che esiste per costruire una vera coscienza di sé.

Devi riprendere tutto, pezzetto per pezzetto, e verificare se conosci la definizione di quello che stai dicendo o sentendo o facendo. Se la conosci esattamente, allora hai chiaro cosa è causa e cosa è effetto e puoi rimettere consapevolmente nel tuo bagaglio questo pezzetto ora che non hai dubbi che è reale.

Se invece ti accorgi di non avere una definizione per la cosa che stai osservando, allora devi continuare a osservare fino a che non sei in grado di decidere quale sia la definizione giusta: quindi fino a che non sai cosa va tolto per tenere solo ciò che è reale.

Esempio storico che ho sempre nel cuore: definizione di lamentarsi.

“Ah quella persona è incredibile, si lamenta sempre!”

E tu? Che stai facendo?

Quando parli di lei, lamentarsi è una cosa brutta. Ma se lo fai tu è frutto della tua illustre intelligenza e quindi è cosa buona e giusta perché lei è una persona pesante.

Noddimmetepare?! Ti pare una definizione? Come fai a dire 2 cose opposte nello stesso momento? Una definizione ha il compito di definire. Se dice 2 cose opposte non è una definizione.

Qual è la definizione di lamentarsi? Vampirismo. Questa è la definizione.

La lamentela blocca la capacità di ragionare (blocca il funzionamento dell’ippocampo, il cui funzionamento è alla base della capacità dichiarativa e semantica e della trasformazione di memorie a breve termine in memorie a lungo termine) e porta quindi in uno stato depressivo legato all’identificazione con la propria incapacità di superare la difficoltà del momento. Incapacità dovuta all’impossibilità di ragionare causata dalla lamentela stessa.

Quindi: una persona si lamenta? Questa persona in quel momento è un vampiro che perde energia in continuazione e per questo deve succhiarla a chi ha intorno.

Se tu ti lamenti di lei vuol dire che ti ha morso e sei diventato un vampiro anche tu.

DICI QUELLO CHE PENSI O PENSI QUELLO CHE DICI?

Se fino a oggi fossero veramente poche le volte che hai realmente pensato? Se la maggior parte delle volte tu fossi stato pensato?

Credi che il pensiero sia una malattia. Che essere stupidi a volte sia meglio. Che essere bambini sia meglio. E lo credi perché sei convinto che il pensiero è una pistola puntata alla tua testa.

Ma se tutte queste cose che credi, le credi perché sei pensato? Perché non hai mai preso il controllo della tua macchina e quindi dei tuoi pensieri?

“I sogni sembrano reali finché ci siamo dentro, non ti pare? Solo quando ci svegliamo ci rendiamo conto che c’era qualcosa di strano.”

Provaci. Prova a pensare realmente. Smettila di seguire le associazioni meccanicamente. Pensa realmente. Battiti con te stesso.

“Cosa sai di te stesso se non ti sei mai battuto?”

Ti stanca facilmente pensare realmente, cioè facendoti domande su domande per verificare che tutto torna e non è solo apparenza? È normale, non lo hai mai fatto con costanza. Non sei allenato.

“Mi fanno male gli occhi.

Perché non li hai mai usati.”

E qual è il problema? Puoi iniziare ora. Come si allena il pensiero? Come si allena la chiarezza? Come tutto il resto, con la ripetizione.

Ripeti. Ripeti. Ripeti.

L’ho detto 3 volte.

Ripeti tutto ciò che credi di sapere e verifica le definizioni che hai, verifica come sono costruite le tue memorie e scopri ciò che è reale. Rimani con la domanda!

Piano piano preparerai la strada per arrivare a conoscere te stesso. E sarà un vero piacere!

COME DEFINIRE TE STESSO?

Parti dal cominciare a mettere ordine. Inizia a capire cosa va con cosa. E per farlo devi intanto acquisire la capacità di dividere ciò che fai nelle sue parti costituenti, devi imparare a separare le cose senza pregiudizio.

Come già ti ho detto: per trovare la tua posizione devi avere 3 coordinate + 1.

Le 3 coordinate sono gli strumenti che stai imparando a usare: stato patrimoniale, conto economico e rendiconto finanziario. Questi 3 strumenti, se li metti a disposizione della tua visione, ti permettono di realizzarla.

Dettaglia ogni singola cosa che fai mentre la inserisci nello strumento specifico. Più lo fai e più provi. Più lo provi e più sbagli. Più sbagli e più hai la possibilità di vedere l’errore. Più ci riprovi e più lo ripeti. Più lo ripeti e più ti alleni. Più ti alleni e più impari a farlo nel modo che ti porta vantaggio.

Il vantaggio è avvicinarti di un passo in più alla realizzazione della tua visione.

Sei pronto a fare quel passo?

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