POCO PAGARE, POCO AVERE

Questo periodo di blocco forzato ha dentro di sé un seme. Quale? Quando questo periodo finirà, dovrai in un modo o in un altro ripartire. So che in questi giorni il tuo cuore è nel pendolo e passa da un momento di grossa fiducia nelle tue capacità a un momento di totale sconforto e impotenza.

Quando sei nella fase dei buoni propositi, sono certo che ci sono tante cose che vorresti ottenere. E sono anche certo che ti piacerebbe avere tutto quello che desideri gratis eh?! Pensi che saresti la persona più felice del mondo se potessi avere tutto ciò che vuoi gratuitamente! I tuoi problemi sarebbero finiti per sempre! Così, in un solo momento, facile e veloce.

“Se solo potessi avere…”

DEFINISCI NON DA DOVE VUOI MA DA DOVE PUOI INIZIARE A SVILUPPARTI

Ma lo so che tu ancora credi che sarebbe bello se fosse facile e veloce.

Ma come diceva quello? Ah sì, non è tutt’oro quel che luccica! E tu invece vai appresso ai riflessi di uno specchietto manco fossi un’allodola.

In questo periodo hai avuto un sacco di tempo per riposarti, quindi dovresti essere bello fresco. (so che non è ancora così ma si fa per dire no?!) Sei bello fresco. Bene! Quindi posso menare un po’, no?! Giusto un paio di schiaffi.

Fra un po’ dovrei ripartire come se fosse da zero. E questo è fantastico. Nulla ancora è stato fatto di ciò che deve venire, quindi lo puoi costruire come vuoi. E allora due schiaffi prima di iniziare qualcosa fanno sempre bene.

Se hai fatto qualcosa malamente due schiaffi non servono a niente perché ormai quel che è fatto è fatto. Ma se stai per intraprendere qualcosa, due schiaffi fanno sempre bene. Ti metti davanti allo specchio e ti dai due begli schiaffi, fatti bene. E la tua vita cambia. Non devi credere a me, devi provare. Due schiaffi come si deve e sei sicuramente sveglio e pronto a intraprendere qualunque cosa con lo spirito giusto.

VERIFICA!

Ora datti due schiaffi e poi continua a leggere.

Dice: “ma così, senza motivo?”

“Il motivo è che non vedi il motivo. Quindi, quando non sai il perché della tua condizione: due schiaffi a mano aperta. Belli secchi! Vedrai che inizierai a vedere. O come minimo a sentire!”

Perché non vuoi pagare? Che ci devi fare con i soldi! L’accumulazione originaria? Ti illudi che avere le cose gratis sia un gran vantaggio ma è tutto qui il dramma della vita.

La vita è un dramma perché vuoi tutto gratis e così ti ritrovi sempre pieno di debiti.

La vita è felicità solo quando sei pronto a pagare tutto perché solo allora inizi a ricevere veramente ciò che è tuo.

Tu non vuoi pagare perché hai paura di perdere quello che hai. E, come al solito, la paura ti rende cieco. Quando paghi non perdi nulla, stai solo scambiando i tuoi soldi con qualcosa che vuoi comprare.

Certo, è chiaro che lo scambio è svantaggioso quando stai comprando una cosa ma non sai realmente cosa ti serve e, in cuor tuo, senti che quello che stai comprando non ti porterà la felicità. Così stai perdendo.

Alla fine qualcosa compri sempre perché pensi che, in fondo in fondo, forse il problema sei tu. Che forse dovresti fare come fanno tutti: accontentarti. Ti inizi a raccontare che la felicità non si può comprare. E in questo caso è giusto non voler pagare ma solo perché sarebbe giusto non comprare affatto.

Che valore può avere qualcosa che non ti rende felice?

Ma quando ti capita di avere un problema che ti affligge veramente, ecco che subito sei disposto a pagare qualsiasi cifra pur di avere la soluzione. Perché? Perché finalmente senti che vale la pena. Purtroppo, spesso senti che vale la pena solo quando la tua vita ti sta palesemente abbandonando. E non parlo solo della morte fisica del tuo corpo. Parlo di qualsiasi cosa che sta sparendo dalla tua vita e improvvisamente scopri che pagheresti oro pur di non farla scivolare via.

(traduzione di palesemente: te lo dice uno dei tanti specialistici perché altrimenti tu continui a massacrarti fino all’ultimo istante senza renderti conto che quello che fai, il modo in cui vivi, ti sta letteralmente uccidendo.)

“Se c’è una cosa che ho imparato dagli esperti è che sono esperti nel fotterti.”

Immagina di stare male, di sentire che la tua vita ti sta scivolando via dalle mani. Non saresti disposto a dare via tutto per curarti?! Certo che lo saresti, perché avresti chiaro in quel momento che è totalmente inutile avere cose quando sei morto. Perché quando sei morto, non ci sei. Ci sei?!

“Ma scusa, giorni e giorni a dirmi che non è fuori che posso comprare la felicità e ora mi parli solo di comprare cose fuori?”

Ti parlo di comprare cose fuori perché sei sempre fuori di te. E sai come funziona per far abboccare un pesce. Butti un amo che sbrilluccica, aspetti che abbocca e poi con grazia e delicatezza lo tiri dentro. Io faccio la stessa cosa, identica. A parte la storia della grazia e della delicatezza!

Quindi dicevamo: se vuoi qualcosa veramente, sai che devi pagare anche se sei convinto che staresti cento volte meglio non pagando. Dammi altri 5 minuti e vedrai quanto ti sbagli.

Con cosa paghi? Per semplicità diciamo che paghi con i soldi. E dove li prendi? Li prendi dal tuo conto. Cioè li prendi da quei soldi che hai accumulato. Con i soldi puoi comprare qualsiasi cosa, giusto?! Sì, ma solo nel mondo esterno. Con i soldi non puoi comprare nulla dentro di te.

Ma sai per esperienza diretta che anche ciò che hai ottenuto dentro, quando lo hai ottenuto, ti è costato. Hai dovuto pagare. E se non hai potuto usare i soldi, cosa hai usato?

La domanda è: con cosa paghi interiormente? Perché se paghi deve esserci qualcosa che usi per pagare. Ci sei?!

Allora vediamo, cosa potrebbe essere? Sicuramente deve essere qualcosa che hai accumulato. Perché la caratteristica fondamentale di qualsiasi moneta è il fatto di poterla accumulare.

E cosa hai accumulato tu in tutti questi anni? La tua personalità. La tua personalità è tutto ciò che hai accumulato. Quando paghi, non paghi mai con te stesso ma con la tua personalità.

E allora perché fa così male?! Perché è così difficile lasciare andare le tue credenze? Perché sei identificato nella tua personalità. Sei identificato in tutto ciò che hai imparato. Credi di essere ciò che hai accumulato. Ma tu sei realmente solo tutto ciò che NON hai accumulato. Tu sei colui che ha la capacità di accumulare ma non sei le cose che accumuli.

“Cosa?

Le cose che possiedi alla fine ti possiedono”

Tu sei l’essenza della tua vita, non il contorno.

“Che imbarazzo, una casa piena di condimenti e niente cibo”

Quando ti trovi davanti a una situazione che ti dimostra che quello che credevi era falso, sei costretto a pagare questa informazione con un pezzo della tua personalità. Se la situazione non tocca le parti più profonde della tua personalità, facilmente, direi meccanicamente, dai via un pezzo e ne prendi un altro. E infatti 5 minuti dopo sei già pronto a difendere con le unghie e con i denti quello che un attimo prima credevi falso. Tutto accade così automaticamente e velocemente che il cambio neanche lo percepisci.

È come quando inizi una nuova dieta: fino al giorno prima eri una fogna e ora sei un cazzo di testimone di Geova che rompe i coglioni a chiunque prova anche solo a toccare un pezzetto di cibo sbagliato!

Ma quando la situazione è critica, cioè mina alle fondamenta la tua personalità, tutto questo non accade, perché la personalità meccanicamente vuole preservare se stessa. Questo è il momento in cui pagare ti rende libero. È questo il momento in cui hai bisogno della tua volontà.

Puoi rimanere ancorato alla tua personalità e iniziare la guerra con il mondo. Ma in realtà già lo sai, sono sempre dolori. Perché non ti assumi la responsabilità e quindi decidi di non rispondere alla domanda ma solo di urlare a squarciagola che tu vuoi che le cose vadano come dici tu. Ma le cose non vanno mai come vuole la personalità perché la personalità non vede, la vita della personalità è un’illusione. La personalità è solo un magazzino: un magazzino non ha vita. Il padrone del magazzino è immerso nella vita, la tua essenza è in contatto reale con la vita.

E se sei presente, se è la tua essenza che ordina la personalità, allora puoi decidere di rispondere. Puoi decidere di acquistare qualunque cosa ti serve per ottenere il risultato che vuoi. Ed ecco perché è fondamentale per te pagare. Perché per comprare il nuovo, devi vendere il vecchio. Se vuoi imparare a ottenere un risultato nuovo devi prima lasciare andare la credenza che al momento ti limita. Se vuoi essere un uomo e una donna nuovi, devi vendere la tua personalità.

E per farlo devi diventare responsabile.

RESPONSABILITÀ

  • NON significa caricarsi il mondo sulle spalle
  • NON significa prendersi la colpa delle cose fatte o non fatte
  • NON significa vivere con un senso di colpa permanente

Responsabilità significa semplicemente: abilità di rispondere.

Se decidi di dire: “sono responsabile”, avrai la capacità di rispondere.

Se decidi di dire: “non sono responsabile”, non avrai la capacità di rispondere.

Non è più complicato di così. Tutto quello che devi fare è renderti conto di essere responsabile di tutto quello che sei e di tutto quello che non sei, di tutto ciò che può succederti e di tutto ciò che non può succederti.

Non è un giochetto mentale. Non è un trucco di autoaiuto per facilitarsi la vita. Non è una filosofia. È semplicemente la realtà.

La tua personalità in questo momento è fatta solo di paure e vanità, perché non l’hai costruita consapevolmente e coscientemente ma si è costruita reattivamente e automaticamente. La paura e la vanità non sono reali, sono solo il mezzo con cui la personalità autoperpetra il proprio senso di esistenza.

E proprio per questo sei bloccato. Sei bloccata e ti sei convinta che non c’è modo di andare avanti. Sei finito con il credere che l’unica cosa che puoi fare è resistere e sopravvivere. Quando sei identificato con la personalità sopravvivi. La vita è un’altra cosa.

Quando ti identifichi negativamente con la personalità, si manifesta la paura. La paura è la negazione dei talenti necessari ad affrontare una situazione. Perché non affrontarla significa rimanere esattamente come si è e rafforzare così il senso di realtà della personalità.

Quando ti identifichi positivamente, si manifesta la vanità. La vanità è l’accettazione dei talenti che credi ti permettono di risolvere una situazione ma senza prendere in considerazione le conseguenze, cioè senza renderti conto che la visione della personalità è sempre di parte perché vuole solo imporre se stessa. E quindi ti racconta continuamente che è la più fica di tutti e al primo insuccesso dà la colpa a qualcuno o a qualcosa.

Vanità e paura sono i nemici dell’uomo, perché impediscono la presenza e la non identificazione: impediscono il tuo corretto funzionamento e la possibilità di controllo dei talenti reali che si trovano nell’essenza stessa dell’essere umano. Ti costringono a vivere ridotto. Sei ridotta quando vivi a metà. E vivi a metà quando vivi al contrario.

Tu sei ricco di talenti, sei il sistema tecnologico più avanzato che esiste sul pianeta terra. Ti serve solo imparare a utilizzarti correttamente, ti serve che la tua essenza sia la cabina di comando. Ti serve che tu sia il pilota (senza cabina e senza pilota non puoi dare una direzione e non puoi sapere quale direzione vuoi dare).

Per trovare il tuo tesoro, che è già dentro di te e devi solo sbloccare, devi dare via la tua personalità e ricostruirla consapevolmente e coscientemente. La tua personalità deve essere povera se tu vuoi essere ricco. Povero significa piccolo. Quindi la tua personalità deve ridursi per dare spazio all’essenza, per dare spazio non al sentito dire ma a ciò che hai verificato, deve mettersi al secondo posto e lasciarsi guidare dall’essenza. Devi fare inversione. E per farla c’è solo un modo: pagare con la tua personalità.

Essere umile significa essere consapevole di appartenere alla terra. La tua personalità si crede immortale, dalla via e ogni cosa intorno a tè acquisterà un nuovo sapore.

Vuoi gustartelo? Inizia a verificare ogni cosa, solo così puoi rendere la tua vita reale. Solo così puoi costruire la tua vita come la vuoi.

Inizia a farlo oggi e vedrai che non fra un altro anno ma già domani sarai un uomo e una donna nuovi.

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