NON SI PUÒ FARE VS NON SO COME FARE

Quando ti viene proposto di ottenere un risultato che non hai mai ottenuto prima, qual è la risposta che tiri fuori? 

Dai, sincero: qual è?

Se la tua risposta automatica è: non si può fare, ecco che quello che ti stai dicendo è “non posso ottenere in nessun modo qualcosa di diverso da ciò che ottengo ora”. Quello che ti dici, ogni volta che affermi che non si può fare qualcosa, è che tu non puoi essere diverso. Ti dici che tu sei così e non puoi produrre nessun risultato diverso da quello che hai sempre prodotto.

Facci caso, sei così abituata a dire che non si può fare che, spesso e volentieri, è la tua risposta anche nelle situazioni più piccole e stupide che ti capitano. Vero o no? Vero.

Come mai è così diffusa questa abitudine? Come mai la maggioranza delle persone si dice continuamente che lei non può fare certe cose? Anche se vede una persona davanti a sé che lo fa, lo stesso si dice che è impossibile. Come mai?

Sei sempre in cerca di sicurezza. Cerchi sempre una situazione in cui sai esattamente cosa succede. Ed è normale, perché la paura nasce dalla confusione e quindi per smascherare la paura devi fare chiarezza e comprendere come funzionano le cose.

Semplicemente hai scelto la strada sbagliata. Lo hai visto fare da sempre a chi ti circonda e quindi ti sembra l’unica possibile. Hai scelto la strada di ridurti, di dire di no a qualsiasi nuova possibilità, di dirti che è impossibile fare qualcosa in modo diverso e ottenere così un risultato diverso. In questo modo cerchi di tenere a bada la paura. Ma è qui il problema: dicendoti in continuazione che non puoi fare niente di diverso, non aumenti la tua chiarezza, semplicemente ti rinchiudi dentro te stesso e la situazione in cui sei diventa la tua prigione.

Non è la strada giusta. La strada giusta è quella che ti permette di muoverti verso l’orizzonte che vedi oggi davanti a te e raggiungerlo, perché solo in quel momento avrai la possibilità di vedere un nuovo orizzonte davanti a te. Solo in quel momento avrai la possibilità di ampliare la tua visione. Solo in quel momento potrai fare chiarezza se quello che avevi davanti prima di muoverti.

E per fare questo, davanti a qualsiasi nuova situazione, l’unica cosa che devi dirti è: non so come si fa. Bene! Iniziamo a scoprirlo!

Quando affermi che non sai come si fa, immediatamente hai aperto la porta alla possibilità di imparare. Hai aperto la porta alla possibilità di conoscere. Hai aperto la porta alla possibilità di realizzare un nuovo risultato.

Hai aperto la porta alla tua capacità di scoprire come funziona il mondo che ti circonda e hai chiuso la porta alla paura.

Ma se continui a dirti che quello che ti dici tu non lo puoi fare, allora è alla tua realizzazione che stai sbattendo la porta in faccia mentre continui a tenere aperta la porta da cui entra la confusione e la paura.

L’unica cosa che ti tiene bloccato oggi è questa: la tua abitudine di dire che non si può fare. Smetti questa abitudine, fai questa trasformazione, è semplice: ti basta dirti che non sai come si fa e vedrai che immediatamente cambierà tutto per te.

Harry: “Devo tornare indietro, vero?”

Silente: “Oh, dipende da te.”

Harry: “Posso scegliere?!”

Silente: “Oh, sì!… Siamo a King’s Cross, tu dici… Io credo che se lo desideri tanto, potresti montare su un treno.”

Harry: “E dove mi porterebbe?”

Silente: “Avanti!”

Harry: “Voldemort ha la bacchetta di Sambuco!”

Silente: “Vero!”

Harry: “E il serpente è ancora vivo!”

Silente: “Sì.”

Harry: “E io non ho niente con cui ucciderlo.”

Silente: “Un aiuto verrà sempre dato a Hogwarts, Harry… a chi lo richiederà.

Mi sono sempre vantato della mia capacità di formulare una frase. Le parole sono, nella mia non modesta opinione, la nostra massima inesauribile fonte di magia… in grado sia di infliggere dolore, che di alleviarlo. Ma vorrei in questo caso, modificare la mia precedente frase in questa: ‘Un aiuto verrà sempre dato a Hogwarts, a chi se lo merita’.

Non provare pietà per i morti, Harry. Provala per i vivi. E soprattutto, per coloro che vivono senza amore.”

Harry: “Professore, il Patronus di mia madre era una cerva, non è vero? Proprio come quello del professor Piton. È curioso, non trova?”

Silente: “A dire il vero, se ci rifletto, non mi sembra affatto curioso… Ora devo andare, Harry.”

Harry: “Professore! È vero tutto questo? O sta accadendo dentro alla mia testa?”

Silente: “Certo che sta accadendo dentro alla tua testa, Harry! Dovrebbe voler dire… che non è vero?”

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