QUANDO VIVI DA PENDOLARE SEI SEMPRE IN RITARDO

Quando il tuo viaggio non dipende da te. Quando sei costretto a prendere il primo treno che passa perché sei in ritardo e la corsa su cui volevi salire è stata soppressa.

Quando devi correre perché la coincidenza sta partendo e tu sei rimasto fermo sulle rotaie perché qualcuno ha deciso che non eri tu ad avere la precedenza in quel momento.

Quando ogni spostamento che fai è deciso e determinato da qualcuno che non sa assolutamente dove vuoi andare e non è neanche interessato a saperlo.

Quando succede tutto questo, tu non puoi mai essere dove vuoi, nel momento che vuoi. E ti ritrovi semplicemente pieno di stress e con la costante ansia di non riuscire ad arrivare in tempo. Ma dove devi andare poi?! Vabbè, questa è un’altra questione.

Vedi?! Quando non hai il controllo, automaticamente ti ritrovi immerso nell’ansia e nella paura.

E quando sei costantemente senza fiato con la testa sott’acqua, credi che le tue ansie e le tue paure dipendano dalla tua vita. Credi che tu stai bene quando la tua vita va bene e stai male quando le cose vanno male. Credi che fare il pendolo da una parte all’altra sia la normalità e passi continuamente da un momento di gioia per ciò che hai a un momento di sofferenza perché hai perso ciò che avevi.

Devi smettere di usare gli occhi solo per guardare. Finché usi gli occhi solo per guardare non vedrai mai come funzioni veramente.

Credi che è la condizione esterna in cui ti trovi che ti fa soffrire? Credi che combattendo questa o quella battaglia là fuori finalmente arriverai a stare bene?

Quante volte hai pensato: risolto questo la mia vita è a posto? E arrivato là? Niente era a posto e subito c’era un nuovo problema.

Ogni volta che finisci di mettere in ordine tutto ciò che ti circonda, automaticamente scopri che hai lasciato sempre e solo una cosa fuori posto: te stesso. Quando fuori è tutto a posto, tu ti senti fuori posto.

Non è quello che hai intorno ciò che ti fa soffrire. Quello che soffri sono i tuoi pensieri e le tue emozioni. E ogni tanto anche il tuo corpo ma, sinceramente, quante volte il tuo corpo sta male? È molto raro che hai sofferenze fisiche. Quindi la verità è che soffri per la maggior parte del tempo solo i tuoi pensieri e le tue emozioni.

Quindi ti chiedo: a che età dovresti imparare a gestire i tuoi pensieri e le tue emozioni?

Perché vedi?! Ci sono tante persone che arrivate a 50 o 60 anni o anche arrivate alla fine, ancora non hanno imparato a farlo. Quindi, a che età devi imparare a gestire i tuoi pensieri e le tue emozioni?

Potresti facilmente pensare che non c’è età. Che, guardandoti intorno, a qualunque età le persone soffrono i propri pensieri e le proprie emozioni. Potresti pensare che forse non si impara mai.

Ecco, con tutto il mio essere sento chiaramente che sei convinto proprio di questo. Sento che sei convinto che non imparerai mai a gestire i tuoi pensieri e le tue emozioni. Anzi, sei convinto ancora di più che le tue emozioni in particolar modo non possono essere gestite perché sono emozioni.

Allora dimmi: cosa sono le emozioni?

La verità è che non sai nulla ma continui a raccontarti di sapere tutto. Quando cerchi disperatamente una risposta pur di cancellare la domanda, ti stai solo togliendo ogni possibilità. Non stai facendo altro.

Se è vero che non puoi imparare a gestire i tuoi pensieri e le tue emozioni, allora è vero che la parte più stupefacente di te, quella che ti rende umano rispetto agli altri animali, tu non saprai mai come si usa.

E non ti sembra una tragedia non saper usare ciò che ti rende umano? E se non sai usarlo, sei un uomo o sei una semplice cavia da laboratorio?

È una domanda seria. Dovresti fartela ogni mattina appena sveglio, subito dopo aver fatto un bel respiro e un bel sorriso perché sei ancora qui, perché ancora una volta hai la possibilità di scoprire chi sei. Perché hai ancora la possibilità di farti la domanda.

Devi osservarti se vuoi scoprire chi sei. Dentro di te hanno lasciato un manuale di istruzioni ma, se non lo leggi, non serve a niente. Se ti racconti che già sai chi sei e ti ostini a portare avanti questa posizione anche davanti al fatto che non sai gestire i tuoi pensieri, le tue emozioni e spesso neanche il tuo corpo che, quando sei agitato, inizia a ballare la tarantella senza che tu possa fermare tutto questo in nessun modo. Te lo dico: almeno inizia a vendere i biglietti così monetizzi un po’ questo grande show che hai messo in piedi! O non sai neanche come si fa a vendere i biglietti?

Sei totalmente fuori controllo ma ti continui a raccontare che sai esattamente come si fa. Così non vai da nessuna parte. Vai a 20 all’ora e magari più o meno ti muovi da casa a lavoro ma appena provi ad accelerare un poco cadi a pezzi. Ti rendi conto che crescendo hai abbassato tutte le aspettative solo per poter andare sempre più piano perché la tua macchina era sempre più fuori controllo? Perché alla prima curva rischiavi subito di finire fuori strada?

Devi osservarti. Se vuoi che il continuo chiacchiericcio che hai in testa smetta di importunarti, devi osservare come funzioni.

Lo sai che la tua mente non smette mai di parlare? Sì che lo sai. Lo sai così bene che spesso finisci a bere un bicchiere o fumare una cannetta pur di farla stare tranquilla per un po’. Ma poi ricomincia da capo perché il pendolo continua a scandire i minuti che passano, sballottandoti da una parte all’altra senza fine.

I tuoi pensieri girano nella tua testa senza fine. Questo lo sai.

E cos’altro gira senza fine dentro di te? Cosa c’è dentro di te che fa avanti e indietro senza sosta, esattamente come i tuoi pensieri?

Il tuo respiro. Il tuo respiro è costante, anche se tu non te ne rendi quasi mai conto coscientemente.

Il tuo respiro è strettamente collegato con i tuoi pensieri.

Quello che chiami il tuo corpo è solo accumulazione di cibo. Tu non sei nato così, sei così perché hai accumulato tutta una serie di cibi che hai trasformato in questo corpo.

Quello che chiami la tua mente è solo l’accumulo di tutte le impressioni che hai ricevuto fino a oggi dal mondo che ti circonda.

Quindi il tuo corpo è un cumulo di cibo e la tua mente un cumulo di impressioni.

Allora dove sei tu? Per scoprirlo devi prima ricordarti che tu non sei nel tuo corpo e non sei nella tua mente, perché queste sono solo cose che hai raccolto.

La cosa che devi fare ora è iniziare a prendere una piccola distanza dal tuo corpo e dalla tua mente per cominciare a ricordarti più spesso che non sei loro, per cominciare a ricordarti che sei solo identificato con loro. Tu credi di essere la tua mente ma è una grossa illusione.

Fai ogni mattina 5 minuti di mini meditazione: a ogni inspirazione dici “io non sono il corpo” e a ogni espirazione ricordi a te stesso “io non sono neanche la mente.”

E allora chi sei?

Vedi?! La cosa più importante è riuscire ad arrivare a sentire profondamente dentro di te almeno questo: che tu non lo sai.

“Non lo so” è la tua più grande possibilità. Appena riesci a vedere che “non lo sai” immediatamente e naturalmente la tua voglia di sapere e la tua possibilità di sapere diventano reali.

Chi sei? È la domanda che devi porre a te stesso e a te stessa. Ma puoi farlo solo se dici: non lo so. Appena vedi che non sei il corpo e neanche la mente immediatamente nasce la domanda: allora chi sono? Vero o no?!

Immediatamente nasce la domanda: qual è la natura della mia esistenza?

Se non conosci e comprendi la natura della tua esistenza, cosa ti accade? Semplice, tutto ti accade.

Lo vedi?! Se non sai perché esisti e come funzioni, automaticamente tutto quello che succede è frutto del caso: è accidentale. Vero o no?!

È da qui che nasce l’ansia e la paura. Sei mai stato coinvolto in un incidente? Sicuramente sì. Parlo di un incidente qualsiasi. Ti sei mai ritrovato improvvisamente coinvolto in qualcosa che non ti aspettavi? Sicuramente sì. E come stavi? Ansioso?! Sì, immediatamente ansia e paura ti avevano portato via. Chiunque ha un incidente naturalmente diventa ansioso.

Oggi la maggior parte delle persone vive nell’ansia. Perché? Perché semplicemente non conosce la propria natura e la sua vita è frutto di incidenti.

Le cose capitano senza che hai mai idea di quello che sta succedendo e del perché.

Quando avevi 5 anni eri sempre pieno di vita e felicità. Qualunque cosa facessi o ti capitasse eri così. Questa è la tua natura.

Ma ora ti sei talmente convinto delle storie che ti hanno raccontato che ti dici che l’ansia e lo stress sono normali. Che ora che sei adulto vedi la vita per quello che è e non più con gli occhi ingenui di un bambino.

Lui sarà pure ingenuo eppure riesce a mantenere senza sforzo lo stato interiore di benessere che tu insegui senza sosta e che non riesci a tenere neanche per 5 minuti. Te la sei fatta una domanda?

Sarà che qualcosa è andato storto? Sarà che nello sviluppare tutte le tue potenzialità ti sei dimenticato di leggere il libretto di istruzioni? E ora hai in mano un’astronave ma non sai a cosa serve neanche uno dei mille bottoni che si accendono e spengono davanti a te.

Non puoi combattere l’ansia e la paura, è una guerra che non vincerai mai perché stai combattendo nemici immaginari. Sono solo ombre che si muovono al crepuscolo.

Devi illuminarti e far diradare le tenebre. Devi accendere la luce dentro di te e vedere realmente come funzioni. Solo così puoi iniziare a usarti correttamente e smettere di vivere una vita fatta solo di incidenti di percorso.

Smettila di voler sistemare il fuori, non dipende mai interamente da te e soprattutto ora non dipende quasi per niente da te. Impara a sistemare te stesso. Questo è al 100% in tuo potere, sempre.

Ti basta vederlo. La domanda è: tu vuoi vederlo?

TU VUOI VEDERE CHI PUOI ESSERE?

La fase 3 di una negoziazione collaborativa ha lo scopo di distruggere tutte le alternative che stai cercando di trovare pur di non affrontare il problema. E quando sei con l’altro, il tuo lavoro è di aiutarlo a realizzare che sono percorsi circolari in cui già è passato e non gli hanno permesso di ottenere ciò che voleva.

Cosa succede quando tutte le alternative sono state distrutte? Quando chi hai davanti vede che tutti i ponti che poteva usare per scappare sono stati fatti saltare? Succede che si ritrova inevitabilmente a dover guardare in faccia la realtà: ciò che lo sta bloccando è la sua paura e nessuna giustificazione è più in grado di nascondere questo fatto.

La persona realizza che il problema è solo suo. Si rende conto che è lui ha non essere capace di superare l’ostacolo. Finalmente lo ha capito ma, allo stesso tempo, non sa assolutamente cosa fare e la pressione della situazione aumenta al punto che è pronta a tutto pur di uscire da questa condizione, che ora gli sembra ancora più paralizzante e condizionante di prima. Ma è solo una condizione.

È qui che inizia la fase 4, la fase di contrasto. In questa fase il tuo scopo è fargli vedere che una via esiste, è fargli vedere che è solo una condizione e che ci si può spostare in una nuova. Questa via è la via che tu hai seguito e puoi mostrargli che è reale perché tu stesso sei prova dei risultati che ti ha portato.

Nella fase di contrasto gli devi mostrare chiaramente cosa accadrà se lui lascia andare la paura e fa un passo in avanti. Gli devi mostrare cosa otterrà se abbandona la strada che ha sempre percorso e imbocca il ponte che gli hai appena fatto apparire davanti. È un ponte magico perché finalmente lo porterà a un livello superiore. In un mondo che non ha mai neanche sognato potesse esistere.

In questo momento è piegato in 2 dal dolore di vedere che è sempre stato lui stesso a tenersi imprigionato nella situazione che lo fa stare male. E proprio in questo momento devi mostrargli che non è la fine quella che vede ma semplicemente l’inizio. Devi mostrargli che è ora che inizia il suo vero futuro.

DEVI MOSTRARGLI CHE IL SUO FUTURO INIZIA OGGI

Perché fino a quel momento il suo futuro non c’era. Fino a quel momento il suo futuro era solo la copia identica del suo passato. Il suo futuro era già scritto e non c’era modo di cambiarlo. Ma ora che lo ha visto, tutto può essere cambiato.

E il tuo compito è indicargli la via che deve seguire per entrare nel futuro che lui stesso si sarà creato.

Ma questo non basta. Non basta che gli mostri cosa può ottenere. Se fai solo questo, il rischio che si appaghi del semplice desiderio di ciò che può ottenere è altissimo. Se fai solo questo, la probabilità che alla fine non trovi la forza di fare niente di reale è altissima, perché finirà a consumare tutte le sue energie sognando di quando avrà raggiunto i suoi obiettivi.

DEFINISCI NON DA DOVE VUOI MA DA DOVE PUOI INIZIARE A SVILUPPARE TE STESSO

Devi tenerlo ancorato alla realtà. E per farlo devi ogni tanto togliergli la terra sotto i piedi. Devi lavorare di contrasto. Dopo che gli hai fatto vedere chi potrebbe essere. Dopo che gli ha fatto vivere come si sentirà quando sarà il nuovo uomo o la nuova donna che vuole essere. Appena senti che sta assaporando questo nuovo gusto, devi tirarlo giù. Devi risvegliarlo bruscamente alla realtà e fargli sentire con tutta la forza possibile che non esiste ancora nulla. Che la realtà che vive è sempre quella di prima che lo limita e lo riduce. Gli devi sferrare un pugno sullo stomaco. Gli devi far mancare l’aria.

È fondamentale questo passaggio se lo vuoi aiutare. Solo se riesci a fargli comprendere fino in fondo che lui può ottenere un risultato nuovo solo se fa un’azione nuova puoi passare alla fase 5. E per fargli comprendere questo, devi fargli avere ben chiaro che non può tornare a essere chi era.

Se vuole essere un uomo o una donna nuovi, deve pensare in un modo nuovo, deve sentire in un modo nuovo e deve agire in un modo nuovo.

Quali sono questi modi, nella fase 4 ancora non è il momento di svelarlo. In questo momento devi concentrare tutta la tua attenzione solo sul riuscire a fargli arrivare dritto al cuore che per diventare chi vuole essere domani, oggi non deve essere chi era ieri.

E per farlo, devi imparare come si fa la Negoziazione Collaborativa.

Sai già farlo? In caso contrario ti lascio qui il link del corso!

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