LA TUA STORIA PERSONALE DI CHI È?

Storia Personale

Cos’è che ti blocca? Cos’è che ti limita? Cos’è che ti impedisce di crescere e ottenere i risultati che vuoi?

Spesso credi che i limiti sono fuori di te. Credi che gli ostacoli sono le persone che hai intorno. Credi che esiste un complotto su scala globale per impedirti di crescere.

Credi a tante cose brutte, che ti fanno arrabbiare, ti fanno provare rancore, ti fanno provare ogni sorta di emozione negativa. Cos’è un’emozione? È il sentimento che hai del tuo io. E cos’è un’emozione negativa? È la negazione del tuo io. Un’emozione negativa nega l’esistenza al tuo io. Ogni volta che si manifesta, uccide te stesso.

Non esistono reali limiti. Non esistono reali ostacoli quando riesci sinceramente a dirti: non sono nessuno e non so niente. In questo universo valgo meno di zero e non so praticamente nulla del funzionamento delle cose. Quando riesci a dirti questo, immediatamente la tua vita cambia. Quando riesci a dirti sinceramente: non lo so. La tua vita cambia. Torni a vedere il mondo con gli occhi di un bambino che vuole conoscere e tutto è bellissimo. Sei sempre felice, qualunque cosa accade.

Basta un respiro lento, lungo e profondo e dire la frase magica: non lo so e sono pronto a scoprire. È così semplice eppure difficilissimo.

Quando sei realmente piccolo, puoi essere realmente grande. Ma quando credi di essere grande, sei realmente piccolo.

E perché un minuscolo essere che vive il tempo di un battito di ciglia dell’universo crede di essere grande?

Sicuramente non può essere il frutto di reale sensibilità. Quando credi di essere grande, chiaramente ti stai ingannando. E dove c’è inganno, c’è personalità. È la tua personalità che ti limita e ti blocca impedendoti di crescere. Solo lei.

E come fa? La personalità è un continuo raccontare la tua storia. Il tuo nome è personalità. Il tuo carattere è personalità. I tuoi studi sono personalità. Il tuo lavoro è personalità. Il tuo partner è personalità. I tuoi genitori sono personalità. I tuoi amici sono personalità. Le tue idee politiche sono personalità. Le tue idee religiose sono personalità. Le tue idee scientifiche sono personalità. Tutto quello che ti racconti in continuazione di te è personalità. È solo un racconto.

Ma per tenere in piedi questo racconto tu sei costretto a tenere in piedi sempre lo stesso teatrino. L’immagine che hai di te è stata raccontata talmente tante volte che ormai sei convinto di essere lei e fai di tutto per confermarla in ogni situazione.

Questo è il tuo limite. La tua storia personale è il tuo limite. Devi lasciarla andare. Più la lasci andare e più sei libero di essere ciò che la situazione reale richiede. Più la lasci andare e più sei libero di essere realmente collegato con il presente, perché hai lasciato andare il tuo passato. Più la lasci andare e più sei libero di direzionare il tuo futuro.

Quando devi continuamente sostenere la tua storia personale, automaticamente ti trovi a combattere con i pensieri altrui: cosa penseranno di me? Questa è una guerra che non puoi vincere, perché è una guerra di immaginazione. Non è reale.

Vuoi che la tua vita non sia un semplice eterno ripetersi? Vuoi uscire dalla ruota del criceto? Vuoi che la tua vita non sia scontata? Se vuoi una vita non scontata il primo passo è cancellare la tua storia. Se cancelli la tua storia nessuno potrà più dire qualcosa di scontato su di te. E allora tu potrai iniziare a vivere liberamente.

Quando hai una storia personale la tua vita è menzogna. Il tuo problema è che devi spiegare tutto a tutti, lo devi fare per forza perché altrimenti il teatrino viene giù e, al tempo stesso, vuoi conservare la tua freschezza e la novità di ciò che fai. Al tempo stesso è troppo duro vedere che ti ripeti in continuazione. E non potendo conservare il tuo entusiasmo dopo aver spiegato tutto quello che hai fatto, menti a te stesso per poter continuare a tirare avanti.

Chiudi gli occhi, ti addormenti per continuare a sognare la tua storia senza troppo disturbo. Disturbo di chi? Del tuo vero io che vuole farti svegliare e vedere ciò che sei realmente.

Devi lasciare andare la tua storia personale un pezzo dopo l’altro se vuoi essere libero e vivere la tua esistenza realmente. E per farlo devi semplicemente iniziare a mostrare alla gente solo ciò che ti importa mostrare ma senza mai dire esattamente come l’hai fatto.

Nasconditi dalla tua personalità, ingannala e lei non riuscirà più a trovarti ma crederà di essere sempre in controllo. E quando avrai nutrito abbastanza il tuo vero io sarai pronto a sfidarla e a prendere il controllo di te stesso. Sarai pronto perché la tua personalità non saprà più se è l’avversario o la vittima.

“- Svegliati signor Green.

– Ancora scacco matto.

– Come?

– Come cosa?

– È vivo grazie a noi, adesso può dirmelo. Come fa a vincere sempre?

– È semplice: voi fate il lavoro duro, io vi aiuto e basta. L’arte è darvi i pezzetti del mosaico e farvi credere che siete voi a prenderli perché siete furbi e io stupido. In ogni partita, in ogni truffa c’è un avversario e c’è una vittima. Più la vittima pensa di avere il controllo, meno ne ha nella realtà. Si stringe il cappio alla gola. E io mi limito ad aiutarlo a farlo.

– Allora, sarebbe questa la sua formula?

– La formula è profonda e possiede applicazioni infinite. Ma è semplice e logica. La prima regola di ogni partita o truffa è che l’unico modo per diventare più furbi, è giocare contro un avversario ancora più furbo. La seconda regola: più sofisticato è il gioco, più sofisticato è l’avversario. Se l’avversario è molto bravo riuscirà a mettere la vittima in un ambiente che può controllare. Più grande è l’ambiente, più facile è il controllo. Getta un osso al cane, trova la sua debolezza e dagli solo un pezzetto di quello che pensa di volere.

– Scacco.

– Così l’avversario distrae piano piano la vittima, facendo si che si consumi lentamente. Scacco.

– Mi viene in mente la parola serpente.

– Il fatto è che si diventa più furbi solo facendo i serpenti. Più grande il trucco, più vecchio il trucco e più facile è usarlo. Basandosi su due principi: pensa che non possa essere così vecchio e così grande da farci cascare dentro tante persone. Alla fine, quando l’avversario viene sfidato e interrogato, significa che ha messo in dubbio l’investimento della vittima e quindi la sua intelligenza. Nessuno può accettarlo. Nemmeno da sé stesso. Scacco matto.

– Non gioco più con lei.

– Troverai sempre un valido avversario proprio nell’ultimo posto dove guardi.”

QUAL È L’ULTIMO POSTO DOVE GUARDI?

L’ultimo posto dove guardi è sempre dentro te stesso. Prima anche solo di prendere lontanamente in considerazione il fatto che forse sei tu ha sbagliare le azioni da fare, che forse sei tu a vedere in modo distorto la situazione, sempre e comunque trovi mille motivi per incolpare qualcuno o qualcosa.

“Eh oggi volevo cambiare il mondo ma guarda che giornata brutta, è nuvoloso e piove! Non ce la faccio così, che palle! Domani cambio!”

Anche il meteo ce l’ha con te?! Ma possibile che piove per ostacolare i tuoi progetti? Ma sul serio fai?!

DEVI INVERTIRE TUTTO SE VUOI SCOPRIRE LA VERITÀ

Ogni cosa che pensi, devi pensarla esattamente al contrario e vedere cosa di nuovo ti porta a vedere. Ogni cosa che fai devi farla al contrario e vedere che risultato produce. Hai sempre e solo visto un lato della medaglia, l’altro lato lo hai sempre e solo immaginato. Ma come puoi ottenere un risultato reale se conosci solo la metà delle informazioni disponibili? Se conosci solo l’oscurità della notte, come puoi anche solo intravedere cosa significa il sole di mezzogiorno?

Il primo passo per produrre un risultato nuovo è iniziare a usare te stesso in modo nuovo. E visto che tu esisti solo in relazione a ciò che ti circonda (sì perché se non ci fosse nulla intorno a te non ci saresti neanche tu, per favore osservalo), dicevo: visto che tu esisti solo in relazione a ciò che ti circonda, la prima cosa che devi invertire per usarti in modo nuovo è il modo in cui ti relazioni con chi hai intorno.

La prima inversione è passare dall’io al tu. Questo passaggio è fondamentale e non è moralista. Non parlo mai di morale, non credo assolutamente nella morale. La morale è solo delle abitudini che una società ha reso dogmatiche, niente di più.                

Quindi la morale è solo un sogno collettivo. Non sono interessato ai sogni, tutto qui.

Se tu pensi solo a te stesso, succede una semplice cosa: cerchi di collaborare il minimo indispensabile con chi hai intorno. Quindi passi metà della tua vita per esempio con dei colleghi con cui lavori ogni giorno e, invece di comprendere come collaborare con loro, cerchi di stargli lontano perché hai paura e così finisci a essere sempre in conflitto. Se sul lavoro qualcuno ha un problema personale tu ti incazzi perché pensi che a te non frega niente se lui ha i suoi cazzi, tutti ce li hanno e non vedi perché deve buttarli su di te.

Ma tu, quando stai male, riesci a lavorare bene? Col cazzo, sei distratto, hai poche energie e vorresti essere altrove. Come cazzo fai a lavorare bene? Sì, magari fai il tuo ma il tuo è sempre e solo il minimo sufficiente per continuare a sopravvivere.

E così poi ti ritrovi a sopravvivere: cioè a riuscire ad arrivare al giorno dopo ma senza mai una crescita. La vita è crescita e se sopravvivi semplicemente non stai vivendo.

Perché è così importante la collaborazione? Se tu oggi ti ritrovassi solo in un’era post zombie virus. Se tu fossi “I AM LEGEND”, saresti capace di procurarti cibo senza un supermercato? No! Non saresti capace. Ma è un bene o un male? Vedi?! Se tu devi saper fare tutto ciò che ti è necessario per sopravvivere, automaticamente dovrai imparare a essere un tuttofare e, di conseguenza, non sarai mai specializzato in nulla.

E guarda caso è proprio la specializzazione che sviluppa la ricchezza. Se oggi ci sono cure che un secolo fa non esistevano è perché la medicina si è specializzata. Se io e te ci mettessimo a fare un tavolo da un pezzo di legno, cosa succederebbe? Verrebbe un po’ una merda, magari starebbe in piedi ma sarebbe abbastanza schifoso. Si rovinerebbe velocemente perché non abbiamo trattato il legno in modo adeguato. E, con tutta probabilità, per fare il nostro tavolo sgangherato avremmo buttato inutilmente una quantità di legno enorme.

Ma se è un falegname specializzato a farlo? Ci metterebbe la metà del tempo, non sprecherebbe legno e con la stessa nostra quantità farebbe 2 tavoli. E tratterebbe il legno nel modo appropriato per far durare il tavolo svariati anni.

Vedi?! Specializzarsi significa riuscire a produrre di più, in meno tempo e con minor utilizzo di risorse.

È questo il processo che trasforma le stesse risorse in una ricchezza maggiore. È questo il processo che permette di dividere più ricchezza fra tutti. All’età della pietra eri ricco se avevi capito come accendere il fuoco. Oggi hai un accendino in tasca.

Quindi se fai le cose da solo riesci a produrre al massimo per sopravvivere. Se già sei in 2, la situazione migliora perché puoi dividere i compiti e iniziare a specializzarti. E se sei in 3? O in 4? Più persone collaborano allo stesso progetto e più ti puoi specializzare. Più ti puoi specializzare e più puoi diventare ricco perché tutto il gruppo con cui collabori diventa ricco.

LA RICCHEZZA È NELLA SPECIALIZZAZIONE E LA SPECIALIZZAZIONE È NELLA COLLABORAZIONE

È per questo che se tu vuoi arricchire tutti i campi della tua vita devi imparare l’arte della negoziazione collaborativa. Se continui a pensare a te prima che agli altri, rimarrai povero. Se fai l’inversione, se inizi a dedicare le tue energie a chi hai davanti, inizi da subito ad arricchirti.

Se pensi a te stesso, sei la vittima di te stesso.

Passare dall’io al tu significa iniziare a lavorare per comprendere chi è di fronte a te. Vedi?! Quando guardi un film sei abituato a vedere la storia per comprendere i personaggi. È per questo che nessuno capisce mai un cazzo di quello che vede. Se tu cerchi di vedere la storia, che cazzo stai guardando? Immagina il tuo film preferito sullo schermo e immagina che non ci sia più neanche un personaggio. Che cazzo di storia ti racconta? Ci sono solo fottute scenografie. Che cazzo di storia ti racconta? Nessuna! E se tu cerchi di capire la storia per comprendere il perché i personaggi fanno quello che fanno, la storia te la inventi di sana pianta. E di conseguenza chi sono i personaggi è una tua stupida invenzione.

Se vuoi comprendere la storia, devi prima comprendere i personaggi. Sono loro a raccontare la storia. Come? Interagendo fra loro e con le scenografie: interagendo con l’ambiente in cui si muovono.

Se non ti fermi a conoscere l’altro, se parti sempre dalla tua storia, finisci inevitabilmente ad avere un giudizio malato su chiunque incontri. E come puoi collaborare con chi credi non ti serva a nulla? O perché è cattivo o perché se è buono la vede esattamente come te e si comporta esattamente come te. Se siete esattamente uguali non potete specializzarvi in campi diversi. Se siete esattamente uguali e siete in due potete solo essere due coglioni!

Quindi per comprendere la storia devi entrare prima in relazione con l’altro e scoprire chi è. Perché la storia che racconta è il frutto di chi lui sente di essere.

LA STORIA NASCONDE CHI SEI E CHI VORRESTI ESSERE

Quando ascolti attentamente la storia di chi hai davanti, scopri facilmente che tra i racconti che fa ci sono tutte le informazioni che servono per definire chi è e chi vuole essere. Vale lo stesso per te: se presti attenzione a te stesso puoi facilmente scoprire chi sei e chi vuoi essere.

Detto in un modo diverso, scopri qual è il tuo scopo attuale e quali sono gli asset che hai a disposizione per raggiungerlo. Ma manca sempre qualcosa. Sono solo questi 2 elementi che puoi ritrovare nella storia, perché la storia in sé non può conoscere qual è la strada che porta dentro una storia nuova.

Per poter raccontare una storia nuova serve un ponte. E questo ponte non puoi crearlo con le regole che conosci, perché queste regole vengono dal passato e ti permettono di costruire ponti che finiscono sempre negli stessi luoghi. Ti servono regole nuove, ti serve qualcuno che già ha costruito un ponte di livello superiore. Ti serve qualcuno che può indicarti come fare per utilizzare diversamente le risorse che hai e realizzare un ponte completamente differente che ti porterà a un’altezza mai conosciuta prima.

È questo il lavoro che devi fare con l’altro, per l’altro. È questo il lavoro che devi fare per collaborare con l’altro e aumentare la ricchezza collettiva. E per farlo devi assolutamente aver compreso quali sono le risorse che ha a disposizione e qual è il luogo nuovo che è in grado di raggiungere al momento. Una volta compreso questo, puoi iniziare a guidarlo.

La fase 1 è il momento in cui ottieni la fiducia di chi hai davanti, è la fase di rapporto. La fase in cui entri in una relazione sincera con l’altro e ti interessi a lui.

Ma da qui non puoi subito saltare dal chi è al chi vuole essere. Perché altrimenti lo avrebbe già fatto da solo. C’è un percorso e tu devi essere la guida che lo accompagna da un capo all’altro.

Tra la fase 1, quella di rapporto, e la fase 7, quella di accordo, cioè quella in cui siete allineati e vi muovete nella stessa direzione (la fase in cui nasce la collaborazione), ci sono altre 5 fasi in mezzo che devi saper gestire.

Queste 5 fasi sono quelle che determinano in che direzione avverrà la scelta: se rimanere come si è e dove si è o se cambiare direzione. Sono la pillola rossa e la pillola azzurra di Morpheus.

In queste 5 fasi dovrai stimolare chi hai davanti a riflettere sulla propria condizione e aiutarlo a realizzare che è una condizione limitante. E pian piano fargli vedere come il limite non sia reale ma esista solo nella sua testa. Fargli comprendere che se riorganizza le regole del gioco, può creare un gioco totalmente nuovo.

La fase 2 è la fase di stimolo. La fase in cui inizi a utilizzare le informazioni che hai ricevuto durante il rapporto per stimolare un dialogo mentale nuovo. La fase di stimolo serve a far rielaborare le informazioni che la persona ha usato per descrivere il contesto e permetterle così di cominciare a fare chiarezza e a vedere le sue possibilità in modo nuovo.

Durante la fase ti stimolo l’obiettivo è di indagare quali sono i blocchi principali che la persona che ti sta parlando vive come ostacoli insormontabili, perché proprio questi ostacoli gli stanno impedendo di realizzare il sé che vorrebbero essere.

Cos’è un ostacolo? È qualcosa che ti impedisce di muoverti. E cosa ti impedisce di muoverti in direzioni nuove nella tua vita? La paura. Tendi a fare sempre le stesse strade perché le conosci e le senti sicure. Ma l’unica sicurezza che possono offrirti le strade che conosci è quella di arrivare sempre nello stesso punto.

LA PAURA TI IMPEDISCE DI MUOVERTI

La fase 2, la fase dello stimolo, ha lo scopo di smuovere le paure che bloccano il percorso per farti vedere che sono solo illusioni. La paura non è reale. È semplicemente la tua reazione a ciò che non conosci. Quando non conosci qualcosa, sei confuso. Quando sei confuso, hai paura.

L’obiettivo di stimolare le paure è quello di fare chiarezza e realizzare che la paura non era reale ma era solo mancanza di visione. Una volta che la visione aumenta, diventa subito chiaro quali sono le azioni necessarie per proseguire lungo il tuo percorso.

La tana del Bianconiglio è stretta e profonda ma se continui a lasciarti trascinare verso il fondo vedrai sempre meglio cosa c’è oltre. Un pezzetto alla volta. Il prossimo pezzetto sarà quello di indagare più a fondo la fase di stimolo.

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